

Questo macello era il più grande che avessi mai visitato in Cina. C’erano cinque lavoratori in loco. Lì adiacente c’erano una casa e una zona dove i cani erano tenuti, ed era divisa in due. Sembrava una prigione a cielo aperto. Ciascuna delle sezioni misurava approssimatamente 60 m².
Mi è stato detto che non tutti i cani che arrivavano venivano uccisi lo stesso giorno. Potevano rimanere rinchiusi in quel buco infernale per più tempo.
Tra l’entrata della proprietà e la zona dove venivano messi i corpi dei cani si trovava una parte dove i cani venivano picchiati fino alla morte, smembrati e bollliti nell’acqua.
Non c’è stata nessuna uccisione mentre ero nelle vicinanze dato che i lavoratori erano occupati a preparare e cucinare i cadaveri dei cani in larghe pentole. C’era anche un cane che correva libero, sembrava essere il “cane da compagnia” di un operatore.
Mi è stato detto che tutti i cani erano randagi e prelevati da varie città. Quando ho domandato se veniva dato cibo e acqua ai cani mi è stato risposto che ogni tanto veniva data loro dell’acqua, ma mai cibo.